martedì 19 novembre 2013

Il Pinot grigio

Tra le numerose tipologie di vino previste dalla Doc Trentino il Pinot Grigio è tra quelle che stanno vivendo uno dei momenti migliori. L'attenzione su questo vino sta assumendo carattere internazionale, come testimonia il successo crescente anche nell'importante mercato americano. 
Si tratta di un vino bianco secco, delicato e mediamente profumato; in questa zona riesce ad esprimere caratteristiche di buona finezza ed eleganza che lo rendono particolarmente apprezzato. 
Gli abbinamenti consigliati vanno dagli antipasti ai primi piatti poco elaborati, meglio se a base di pesce o verdure.

lunedì 18 novembre 2013

Il Morellino di Scansano

Il paese di Scansano è situato al centro della zona dii produzione del Morellino di Scansano, vino a denominazione di origine controllata dal 1978, ottenuto da almeno l'85% di sangiovese, chiamato qui morellino.
L'influenza mitigatrice del mare e la buona insolazione estiva dell'area permettono un'ottima e costante maturazione dell'uva; il vino, se ben vinificato, acquista facilmente un buon grado alcolico e una notevole complessità aromatica, anche senza un lungo affinamento in legno.
Il morellino viene venduto a primavera, dopo la fermentazione malolattica, o dopo due anni per il tipo riserva.

martedì 29 ottobre 2013

Frascati

Il Frascati è uno dei vini più noti dei Castelli, i cui vigneti storici si trovano in collina su terreni di origine vulcanica.
La coltura della vite, testimoniata fin dall'antichità, riceve un importante impulso con lo statuto che Marcantonio Colonna concede alla città che porta il nome del celebre vino, nel 1515, dove vengono date regole per l'impianto, la misura, la lavorazione e la vendita del vino.
Oggi è una Doc ottenuta con malvasia di Candia, trebbiano toscano, malvasia del Lazio e greco; viene prodotta nella tipologia Secco, Amabile, Canellino o Dolce, Spumante, Novello e Superiore.

venerdì 11 ottobre 2013

Il Trebbiano d'Abruzzo

La provincia di Chieti è la più importante, quantitativamente, della regione Abruzzo: con i suoi vigneti e le abbondanti rese per ettaro, copre infatti il 70% del totale.
Tra i vini bianchi il Trebbiano è quello con una maggiore tradizione. 
Le notizie sul Trebbiano risalgono al XVI secolo, quando è attestato un vino bianco, chiamato "Trebulanum" prodotto in queste zone.
La viticoltura contemporanea di questo vino comincia negli anni Sessanta, con l'arrivo della Doc e la prima valorizzazione qualitativa del prodotto.
Prodotto da uve di Trebbiano d'Abruzzo e/o Trebbiano toscano, dal colore giallo paglierino, profumo vinoso e delicato, ha un gusto sapido e vellutato che si abbina bene al guazzetto alla marinara, al baccalà ai ferri, ad antipasti e primi piatti con verdure.

sabato 5 ottobre 2013

Il Chianti fiorentino

In località Campoli si trova un vigneto storico, di circa novanta anni, con la vite maritata all'acero, disposto a spina per 3 ettari e un particolare sistema di drenaggio. Una visita all'impianto aiuta a capire quanto si sia evoluta la viticoltura negli ultimi decenni in questa area del Chianti fiorentino. Nella zona si sono imposte produzioni di vini che non hanno la denominazione di origine e vengono generalmente indicati con il nome di "supertuscans". Ne è un esempio il Tignanello, grande rosso persistente, adatto a carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.



lunedì 30 settembre 2013

Vino biologico: occhio al logo

Il primo vino biologico è stato quello prodotto a partire dall'uva della vendemmia 2012, e si riconosce a colpo d'occhio dalla dicitura "vino biologico", che dovrà comparire in etichetta.

I produttori possono scegliere di inserire sulla bottiglia il logo europeo del biologico, una piccola fogliolina stilizzata, color verde brillante, formata dalle stelle dell'unione europea.
Il regolamento prevede, inoltre, la possibilità di etichettare come bio il vino delle annate precedenti, purché se ne possa dimostrare la conformità alle norme europee. È scomparso invece dalla vendemmia 2012 la possibilità di etichettare il vino come "da uve da agricoltura biologica".

sabato 28 settembre 2013

La Doc Roero

Il Roero si produce in Piemonte, è un vino Doc previsto in due tipologie: Rosso, da uve di nebbiolo (ingentilito dal 5% massimo di arneis), e Arneis, dall'omonimo vitigno in purezza.
Questa uva a bacca bianca è autoctona e tipica piemontese; salvatasi dall'estinsione che la minacciava negli anni Ottanta, dà oggi un vino che i suoi estimatori chiamano con enfasi "Barolo bianco". Va però bevuto giovane, perché i suoi delicati e gradevolissimi profumi tendono a svanire in fretta, insieme all'acidità, già piuttosto bassa. Pesce e piatti bianchi in genere sono i suoi migliori abbinamenti.
Il Roero rosso ha una media gradazione (11,5 che diventano 12 nella tipologia Superiore); è vinificato in quantità limitate, preferendo utilizzare il nebbiolo per altre Doc locali.


Il Barolo

La prima citazione del "Barol" risale al 1751 e, sempre nello stesso periodo, una relazione agraria informa che il maggior reddito di questo comune deriva dal vino e dalle vigne ben coltivate.
Nel 1834 si ha la conferma che il nebbiolo "dà vini ricercatissimi", è già il Principe dei vitigni.
Vini buoni ma ancora mal vinificati, finché la Marchesa Falletti di Barolo non chiama dalla Francia Louis Oudart, che corregge gli errori di vinificazione divenendo il padre del Barolo moderno. Il Barolo ha un carattere austero e robusto, che il tempo arrotonda meravigliosamente. Oggi sono i cru, le singole vigne, la massima espressione del nebiolo al 100%, unico vitigno ammesso per questo vino dotato di profumi eccezionalmente complessi, che si evolvono piacevolmente in bocca dopo ogni sorso.


Il Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino, caposaldo dell'enologia italiana, si può produrre solo nel territorio di questo comune con uva sangiovese grosso in purezza. Ha un invecchiamento minimo di 4 anni, (di cui tre in botti di rovere), cinque la riserva.
Il territorio di Montalcino non ha caratteristiche omogenee ed è possibile riscontrare differenze nella maturazione dell'uva di ben 15 giorni tra le zone più elevate, come il Greppo, e le vigne situate nella parte sudoccidentale, di più recente impianto. 
Dal colore rosso rubino carico, profumi intensi ed eleganti, palato abbastanza tannico, robusto ed armonico, è il vino giusto per i grandi arrosti di selvaggina.


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